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PRESERVARE LA TRADIZIONE E LA CULTURA DELLE ARTI MARZIALI


 

 APPROFONDIMENTI SULLO STILE PRESENTATO AGLI STAGE

Qi Xie Studio delle Armi Tradizionali Cinesi 

La storia millenaria del Wu shu e' stata accompagnata dalla creazione di numerosi armi. Ogni arma veniva creata a seconda delle necessita' di combattimento, della regione e della classe sociale in cui si viveva. Si contano centinaia di Armi e ancora di piu' sono le tecniche del loro utilizzo.

La tradizione delle Arti Marziali Cinesi parla di 18 armi principali, Shi Ba Wu Qi, divise in :

  • Armi Corte: Sciabola, Spada, Mazza, Bastone corto, Coltello
  • Armi Lunghe: Bastone, Lancia, Alabarda, Forcone
  • Armi Doppie: Doppie Sciabole, Doppie Spade, Spade Uncinate, Coltelli
  • Armi Snodate: Frusta Metallica, Bastone 3 snodi, Bastone 2 snodi, bastone delle sentinelle, meteora

Ogni stile interpreta l'uso di un'arma in modo diverso. E' tuttavia facile incontrare stili completamente diversi che studiano le stesse tecniche di Armi, a testimonianza degli scambi culturali che nel Wushu avvengono fin dai tempi piu' antichi. Negli Addestramenti di WuShu, l'approccio all'uso delle armi avviene in modo molto graduale: si comincia sempre con un arma corta e una lunga, generalmente vengono preferite la Sciabola e il Bastone, in quanto si tratta di armi fondamentali, per poi affrontarne altre. Con la codificazione del Wushu moderno sono state codificate tecniche di base, intermedie, avanzate e Routines da Competizioni: Una commissione di esperti Maestri cinesi ha estrapolato tutte le tecniche fondamentali per il maneggio e l'uso di queste, codificando un programma didattico internazionale diviso per livelli di difficolta' tecnica, al fine di divulgare al meglio l'uso delle Armi del WuShu in tutto il Mondo.

Storia

Nella Cina d'epoca feudale (dinastia Zhou XI sec.-221a.C.) l'élite dell'esercito era costituita dalla nobiltà guerriera, addestrata in arti come la guida del cocchio da guerra (yu 御), il tiro con l'arco (she 射) e il maneggio dell'alabarda (ge 戈), una particolarissima arma d'invenzione cinese la cui importanza è testimoniata dalla presenza nel lessico. Molte parole riferite all'ambito bellico hanno infatti per radicale il carattere ge 戈, compresa la stessa parola wu 武 (guerra, marziale) che è formata dall'unione dei caratteri “piede” 止 zhi e “alabarda” ge 戈, ad indicare appunto la spedizione militare. Ampiamente diffusa in questo periodo era anche la spada (jian 剑), che negli stati meridionali incarnava spesso significati magico-sacrali ed era oggetto di profonda ricerca estetica e tecnologica. Saranno proprio le fornaci meridionali ad imporsi per prime nella produzione di lame in acciaio con forgiatura ribattuta e tempra. Anche la lotta xiangpu e il pugilato erano attività popolari tra i soldati della Cina feudale.

All'inizio dell'epoca Tang (618-907) pare risalire il mito dei bonzi guerrieri di Shàolín-sì (shaolin wuseng 少林武僧). Il documento più antico al riguardo è una stele in pietra datata 728 che menziona la partecipazione di alcuni monaci a capo di un'armata nella battaglia di Hulao (虎牢之戰) del 621. Diversi studiosi orientali ed occidentali non ritengono tuttavia questo documento sufficiente a comprovare la pratica marziale a Shaolin prima dell'epoca Ming (1368-1644), per quanto neppure ad escluderla.

Notizie dettagliate sulla varietà e ricchezza dei metodi del wushu si trovano a partire dal XVI secolo in manuali compilati da ufficiali dell'esercito Ming, come Yu Dayou 俞大猶 (1503-1580), Qi Jiguang 慼繼光 (1528-1587), Mao Yuanyi 茅元儀 (1594-1640?) o esperti di wushu come Cheng Zongyou 程宗猶 (1561-?).

I monaci guerrieri di Shaolin e la loro abilità nell'arte marziale, in particolare nel maneggio del bastone, trovano menzione nelle cronache sulla repressione della pirateria nella regione del Zhejiang ad opera delle truppe Ming, ma anche in questo caso le notizie appaiono talvolta contrastanti.

Molti dei sistemi (o “stili” o “scuole” menpai) oggi esistenti possono esser fatti risalire tra la fine della dinastia Ming e l'inizio della Qing. Alla fine dell'Ottocento, con l'introduzione delle armi da fuoco e il rinnovamento dell'esercito cinese, il wushu perde valore in ambito marziale per acquisirne in ambito ginnico e come tecnica di autodifesa. Alcuni illustri maestri, prima guardie del corpo ed istruttori dell'esercito, troveranno impiego quali insegnanti della neonata borghesia cinese.

Con la nascita della Repubblica Cinese nel 1911 sorgono le prime scuole pubbliche di wushu e anche la prima “palestra statale” a Nanchino nel 1928 (Zhongyang Guoshuguan 中央国术馆 zhongyang guoshuguan). Il wushu è insegnato anche nelle accademie militari e alle forze di polizia e si tengono le prime competizioni sportive.

Dopo la fondazione della Repubblica Popolare Cinese nel 1948 la Commissione Cinese per l'Educazione Fisica, con lo scopo di creare uno sport dalle radici tipicamente cinesi, crea il wushu, le cui caratteristiche principali sono definite nel 1956 e negli anni successivi.

ULTERIORI INFORMAZIONI E APPROFONDIMENTI SARANNO ILLUSTRATI DURANTE LO STAGE

E’ consigliato ai partecipanti agli stage - seminari - prendere appunti sulle materie in oggetto. 

Pensieri sul Kung Fu

Il Kung Fu è un'arte vasta e profonda come l'oceano e dall'esterno se ne può vedere solo la superficie.

Gli allievi devono considerare il Kung Fu come se fosse una scala costituita da tanti gradini. Ogni gradino è ugualmente importante, ogni gradino è difficile da superare.

È di estrema importanza salire la scala gradino per gradino e non cercare di salterne qualcuno perché il ruzzolone sarebbe inevitabile.

Due cose sono ugualmente importanti per superare un gradino:

  1. la guida di un bravo Maestro,
  2. la pratica quotidiana dell'allievo.

Tre elementi sono poi necessari perchè l'allievo salga tutta la scala e non si arresti a metà o ruzzoli in fondo:

  1. Comprendere il Kung Fu con il corpo, praticando fisicamente con assiduità tutti gli esercizi fino a che il corpo non li abbia perfettamente assimilati;
  2. Comprendere il Kung Fu con il cuore, cioè amare il Kung Fu;
  3. Comprendere il Kung Fu con la mente, capendo il significato dei vari movimenti.

Solo così gli allievi saranno in grado di applicare correttamente le tecniche, e far fluire l'energia interiore, che è guidata dalla mente, nel punto giusto e nel momento giusto.

 

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Perchè fare uno Stage ?

Spesso un allievo si domanda per quale motivo oltre al proprio normale allenamento debba anche partecipare a degli STAGE.

E' importante sottolineare che lo STAGE, non è obbligatorio, sia ben chiaro, però esiste un motivo per il quale fare uno stage è spesso molto più utile di tanti allenamenti.

Uno stage può essere della nostra stessa disciplina oppure di un'altra. Nel caso della disciplina che pratichiamo normalmente di solito possiamo essere attratti da vari fattori: l'argomento, magari un programma avanzato che ci piacerebbe conoscere oppure solo perfezionamento, il fatto di praticare la nostra disciplina con altri praticanti che non sono i soliti che troviamo in palestra.

Lo stage con un'altra disciplina ovviamente di solito ci attrae per il fatto di conoscere qualcosa di diverso da ciò che pratichiamo normalmente così da non poter solo parlarne per sentito dire o per video visti sulla rete, ma perché davvero lo si è provato.

Una cosa fondamentale è l'affrontare l'allenamento con persone che non sono i nostri compagni di allenamento, anche se poi molti non lo fanno, ma preferiscono sempre allenarsi con qualcuno che già conoscono, ma in questo modo si perde una delle migliori occasioni per confrontarsi, capire ed imparare. Che sia uno stesso praticante di Kwoon - Dojo che arrivi da una disciplina differente, allenandosi con un praticante che non conosciamo apporterà comunque alla nostra pratica un qualcosa in più, e questo è uno dei fondamenti che un praticante iscritto ad uno stage dovrebbe apprendere.

Lo stage può dare estremi benefici alla nostra pratica, se vogliamo che la nostra pratica raccolga negli anni qualcosa di differente rispetto alla "normalità" di chi si allena lo stretto indispensabile. Negli anni, se si andrà avanti, questo cambierà la nostra visione di molte cose, e ci renderà più aperti mentalmente con un bagaglio tecnico più ampio.

Non crediamo che lo stage vada visto per forza con l'idea di tornare nel proprio Kwoon o Dojo e ricordarsi alla perfezione ciò che si è imparato in poche ore. Non crediamo possa essere questo il suo scopo, ma può avere molteplici scopi, tra cui l'arricchire il nostro bagaglio tecnico di insegnamenti diversi dai soliti che un giorno potranno tornarci in mente ed essere utili, aggiungere alla nostra pratica un qualcosa che abbiamo colto dal maestro che teneva il seminario, o addirittura far notare piccoli errori di pratica che fino a quel momento non ci eravamo resi conto di avere, oppure può essere visto come prova per se stessi di capire cosa riusciamo ad immagazzinare in 3, 4, 6 ore di stage di un programma a noi sconosciuto. Crediamo che un buon praticante, con anni di allenamento alle spalle possa differenziarsi anche in questo, non solo su quanto è bravo e capace nell'eseguire determinate tecniche, ma quanto riesce ad apprendere, ricordare e caricare nel proprio bagaglio tecnico dopo aver frequentato uno Stage.

Se avete il tempo da dedicare ad uno stage fatelo.

Ovvio, il programma deve richiamare la vostra attenzione, ma non per forza deve essere qualcosa che voi non conoscete, molte volte il miglior stage lo farete su una parte del programma che già avete appreso, perché è probabile abbiate l'occasione di impararlo meglio. Anche se lo stage è tenuto dal vostro stesso insegnante, ma è uno stage aperto a molte persone, cogliete l'occasione, perché il vostro insegnante potrebbe mostrare in quel momento un lato diverso da quello che è l'insegnamento in palestra e vi aprirà la mente.

Non esiste un limite di "anzianità" di pratica per poter frequentare uno Stage, il limite è solo mentale. Se uno pensa di non aver più o mai bisogno di altri insegnamenti, crediamo abbia terminato la propria carriera nelle arti marziali.

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